“I Segreti dei Maestri” – Le Tre Condizioni Primarie

“Quando la vita ti mette in mano limoni , fai la limonata …”

Shihan Pascetta

Man mano che la nostra vita scorre, passiamo attraverso delle fasi di sviluppo che, se vogliamo esaminarle piu’dettagliatamente, possiamo suddividere in: sviluppo fisico, intellettuale , emozionale e spirituale. Questi quattro “pilastri” sono in modo figurativo le “gambe” che supportano il “tavolo” che costituisce ciascuna delle nostre vite.

Per un Artista Marziale serio, raggiungere la meta del suo viaggio, significa in sostanza, aquisire “equilibrio” in ognuna di queste aree di sviluppo. Questa “ricerca” in particolare, fa la differenza tra un “Artista marziale” e un “Tecnico marziale”. Un artista marziale deve essere anche un tecnico marziale, tuttavia, un tecnico marziale non deve necessariamente essere un artista marziale.

Questo concetto di equilibrio si costruisce con la contrapposizione e l’integrazione di tutti e quattro questi aspetti interdipendenti. Il ruolo del Maestro di AM è quello di creare nel Dojo, insieme con le attività pertinenti, un ambiente che fornisca terreno fertile per lo sviluppo di ciascuno di questi quattro pilastri.

L’Atmosfera

L’atmosfera all’interno del Dojo dovrebbe includere vari protocolli, per primo dovrebbe definire il rapporto tra il maestro e l’allievo. Questo è fondamentale per i rapporti che devono intercorrere tra tutti gli studenti dentro il Dojo. I rapporti tra studenti senior e junior contribuiscono ulteriormente a questa esperienza.

E’ responsabilità del Maestro definire ed esemplificare queste relazioni, sia formali che informali, con parole e con fatti. Il Maestro esperto capisce l’importanza e l’impatto che l’atmosfera all’interno nel Dojo può avere, a lungo andare, sugli studenti sotto la sua tutela. Ipoteticamente, i principi, i concetti e le filosofie che lui aspira ad insegnare sono codificati nei protocolli, procedure, regole e pratiche all’interno della sua scuola.

Uso il termine, ipoteticamente, per via del fatto che ci sono molti istruttori che continuano a seguire semplicemente le abitudini che avevano personalmente visto, vissuto, o forse trovato interessante nella loro precedente e personale esperienza formativa. Questi istruttori hanno, comunque, poca consapevolezza del notevole impatto che queste pratiche (o mancanza) possono avere sullo sviluppo dei loro studenti

Questo succede, o perché i loro stessi istruttori non hanno mai insegnato o spiegato loro questo elemento integrante dell’ insegnamento, o perché l’istruttore attuale non è rimasto con un insegnante qualificato abbastanza a lungo per imparare questo aspetto. Se usato correttamente, questo elemento dell’esperienza formativa nelle AM (“atmosfera”) può portare benefici incommensurabili. Al contrario, quando è assente o distorta, e non si da la giusta importanza a questo elemento può, per questo motivo, avere un effetto contrario e produrre studenti che sono sbilanciati in diversi modi. Prima ancora che venga insegnata una tecnica, questa “atmosfera” pone le basi per tutto ciò che seguirà nella formazione dello studente. Quando questa è ben strutturata, avrà il potere di alimentare e sostenere ulteriormente il progresso e lo sviluppo di ogni singolo allievo.

In definitiva, gli studenti di ogni scuola di AM rispecchiano i principi e la mentalità che il Maestro del centro insegna loro. “La mela non cade lontano dall’albero”. Il tema seguente è un esempio di un elemento importante insegnato come parte delle “mentalità” nelle Arti Marziali.

Atteggiamento

Nel vita quotidiana siamo costantemente esposti a uno di questi tre tipi di “situazioni” che io definisco le “Tre Condizioni Primarie” e sono : 1.) Senza Controllo, 2.) Influenza e 3.) Controllo.

“Senza Controllo”

Ho scelto di iniziare con le situazioni “senza controllo”, perché questa è la categoria più vasta e la condizione umana più frequente in cui veniamo a trovarci. Indipendentemente da quanto sia sicura, positiva, intelligente, o fisicamente potente una persona, non sarà comunque mai onnipotente. Esistono semplicemente un enormità di fattori e condizioni sulle quali non abbiamo assolutamente alcun controllo né la minima influenza.

Ad esempio, consideriamo il clima e gli eventi atmosferici. Anche se questo aspetto può avere grande impatto sulla nostra vita quotidiana, non possiamo cambiarlo. Che ci sia una giornata di sole, di pioggia moderata, una tempesta, un tornado, terremoto o un’eruzione vulcanica, non abbiamo alcun controllo o capacità di modificare nessuno di questi eventi, buoni o cattivi essi siano.

Nessuna richiesta, speranza, supplica, entusiasmo, reclamo o lamento servirà ad aggiungere anche una sola goccia alla tempesta , un raggio di sole alla giornata o una nuvola in meno nel cielo. Questa semplice realtà serve a ricordarci quanto siamo limitati nonostante le tante e sorprendenti imprese umane realizzate.

La lista delle situazioni “senza controllo” può andare avanti all’infinito ma non credo ci sia bisogno di fare altri esempi.

“Influenza”

Chiamo la seconda condizione : “Influenza”. Con questa mi riferisco, in particolare, a situazioni nelle quali una nostra azione o decisione può cambiarne il corso. Per esempio: non possiamo controllare se il nostro pneumatico si bucherà e sgonfierà dopo aver colpito accidentalmente un ostacolo sulla strada, ma, possiamo influenzare il risultato di questa situazione di emergenza usando la gomma di scorta, esponendo la segnaletica del caso, con un telefono cellulare, o anche chiamando una società che fornisce il servizio su strada.

La lista delle situazioni con “influenza” non è così vasta come quella delle “senza controllo ” e dipende in gran parte delle capacità e delle risorse che una persona ha raggiunto nella sua vita. La cosa importante da ricordare è che l’ “influenza” ha sempre un prezzo. Se non siamo disposti o non possiamo pagare il “prezzo” di questa “influenza”, allora è meglio qualificare questa situazione nella categoria del “senza controllo”.

Per esempio, possiamo “influenzare” un’altra persona ad agire in un particolare modo . Il “prezzo” per fare questo potrebbe essere semplice, solo un po’ di tempo o poche energie per stabilire un rapporto positivo con quella persona. In questo esempio, il “beneficio” di solito vale il “prezzo”.

Al contrario, un ladro può influenzare qualcuno a consegnarli il proprio denaro o altri valori. In questo caso, il “prezzo” è il rischio di lesioni per il derubato o la detenzione per il ladro se verrà fermato e arrestato. Indipendentemente da ciò, tutti i tipi di “influenza” nelle varie situazioni, hanno un “prezzo” che deve essere pagato.

“Controllo”

Chiamo la terza, e meno frequente di queste condizioni, quella del “Controllo”. Si tratta di situazioni in cui una persona ha il completo controllo. A mio parere, queste sono estremamente limitate ad una sola area. Questa è la zona dell’”Atteggiamento”.

L’unica area, dove in molti casi abbiamo maggiore possibilità di “controllo”, è il nostro stesso “atteggiamento”. E anche se viene limitato da molte cose, e non importa quanto difficile sia, noi ci proviamo lostesso. In quanto umani siamo stati creati con il libero arbitrio. La prima”scelta” libera che facciamo comincia con l’”atteggiamento” che scegliamo di assumere.

Si può scegliere di visualizzare qualsiasi situazione, evento, o esperienza nel modo nel quale noi stessi decidiamo. I risultati posso essere molto diversi. A chiunque di noi è capitato di assistere al confronto tra coloro che vedono il bicchiere “mezzo pieno” o coloro che lo vedono ” mezzo vuoto”.

Conosciamo persone che “vedono una soluzione a ogni problema” e coloro che “vedono un problema per ogni soluzione”. L’impatto della visione positiva in sé e l’ottimismo sono ben documentati nella resistenza di molti popoli o nel recupero delle malattie fisiche.
Il potere di sviluppare e mantenere un atteggiamento di lotta positiva verso la vita è un miglioramento che non va sottovalutato.

Il processo

Il ruolo di un maestro di arti marziali è quello di insegnare e di esemplificare una mentalità che permetta allo studente di superare le avversità della vita (fisiche, emotive, relazionali, sociali, ecc.) Una formula semplice da seguire per lo studente potrebbe essere la seguente:

Passo 1

1.) Categorizzare accuratamente ogni situazione difficile della vita in una delle “Tre Condizioni Primarie”. Vi prego di notare che le parola chiave in questo passo critico e’: “accuratamente”.

Passo 2

2.) Nel caso di situazioni tutte “senza controllo” si deve accettare l’inutilità di dover lottare contro queste cose, dato che non siamo in grado di cambiarle. La resistenza a cose, che vanno aldilà del nostro controllo, è semplicemente una perdita di tempo ed energia.

La risposta a questo è di imparare a rilassarsi e a “lasciarsi andare”. La fede è uno strumento prezioso per tutti coloro che accettano il principio che il controllo delle cose è nelle mani di Dio. Le Scritture dicono chiaramente che :”la pioggia cade sia sui giusti che sugli ingiusti”, che: “chi di voi può, con la sua preoccupazione, aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?” E ancora: “tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio “(secondo i suoi scopi), ecc . Tra l’altro,” tutte” vuol dire “tutte”!

Se ci fosse una bufera di neve il giorno del vostro matrimonio e nessuno vi potesse partecipare, tutti i vostri lamenti o pianti del mondo non cambierebbero la situazione di una virgola. Se il mercato azionario si bloccasse il giorno dopo che avete investito i risparmi di una vita non si potrebbe riportare indietro l’orologio. Se vi venisse diagnosticato un cancro terminale, non potreste invertire la diagnosi neanche con tutta la “forza di volontà” che potreste.

Comunque, guardando oltre il momento che succede, possiamo certamente prepararci a superare in modo positivo anche le avversità, le calamità o anche le prove minori. Quando siamo bloccati nel traffico e “l’idiota” davanti a noi blocca la strada e ci fa “arrivare in ritardo”, potrebbe essere d’aiuto ipotizzare che forse questo rallentamento ci fa “ritardare” anche all’appuntamento con un incidente che grazie a questo stiamo mancando! Solo Dio vede avanti in modo chiaro e comprende tutti questi “appuntamenti” sia quelli che migliorano che quelli che ci impegnano la vita.

Passo 3

3.) Nel caso di situazioni con “influenza” si deve realisticamente pesare il “costo” da pagare per influenzare la situazione. Ad esempio, un atleta può “influenzare” la sua chance per la vittoria in gara investendo ore, giorni, settimane, forse anni condizionando la preparazione per la competizione. La domanda giusta è se i benefici superano il “prezzo” da pagare per questa partecipazione.

Che sacrifici ha dovuto fare per investire il suo tempo e impegno in questo allenamento e preparazione? Quanto ha sofferto la sua famiglia mentre lui stava usando questo tempo lontano da loro? Quanto ne ha sofferto la sua carriera professionale ed economica? Quanto, questa sua dedizione e passione allo sport, ha avuto impatto nei rapporti con gli altri? E’ stato capace di mantenere un equilibrio tra gli altri importanti aspetti della sua vita, mentre era concentrato a raggiungere il suo scopo sportivo?

Un altro atleta forse “influenzerebbe” la sua possibilità di “successo” imbrogliano sulle regole del gioco o anche usando droghe per aumentare la sua prestazione. Ma ancora, la questione rimane la stessa, vale il beneficio di questa “vittoria” tanto da rischiare un danno in caso si scoprisse che è una “vittoria” falsata? Quale “prezzo”dovrà essere pagato se, o quando la verità venisse alla luce? Naturalmente , tutto questo senza mettere in conto i danni fisici riportabili a conseguenza dell’uso di droghe.

Queste sono tipi di valutazioni e decisioni che ogni individuo deve prendere da se. Non possiamo farle l’un per l’altro. Non ci sono scuse, comunque, a non voler imparare dalle azioni e conseguenze degli altri

La sostanza rimane la stessa, se sappiamo valutare con precisione il “prezzo” che dobbiamo pagare rispetto al beneficio che ne ricaveremo ,abbiamo più probabilità di prendere la decisione giusta per la nostra vita. Nel caso che il “prezzo” sia maggiore del beneficio, allora è imperativo per noi ricategorizzare questa speciale situazione come “senza controllo”. Ogni mossa fatta in senso contrario ridurrà, in definitiva, la qualità della nostra vita.

Passo 4

4.) La terza categoria, quella del “Controllo” è probabile che si riveli una lotta lungo tutta la vita di ognuno di noi. Come ho detto in precedenza: ” l’unica area, dove in molti casi abbiamo maggiore possibilità di “controllo”, è il nostro stesso “atteggiamento”. Vi faccio notare che uso il termine “possibilità”, ricordandovi che “possibile” non implica automaticamente garanzia di realizzazione.

Ci sono molte cose che influenzano il nostro “atteggiamento”. Si va dal nostro stato fisico (la salute generale, i livelli di energia, le lesioni, e anche i livelli ormonali), a quello emotivo prima ancora di considerare tutte le altre influenze esterne. E ‘importante innanzitutto rendersi conto che quando abbiamo un atteggiamento negativo o pessimista, possiamo arrivare a determinare o realizzare le nostre stesse ”profezie” negative.

Se ci crediamo si avvererà, ma non è mai una garanzia di successo, comunque, se pensiamo di non riuscirci, aumentiamo significativamente la probabilità di fallimento. Logicamente, è molto più sensato affrontare le sfide della vita con l’atteggiamento più positivo che siamo in grado di mettere insieme.

Tra tutti gli elementi complessi che formano la psiche di un essere umano, “l’atteggiamento” è quello che ha più potere e impatto sulla vita di una persona, più profondamente di ogni altra cosa intima. Attraverso il controllo dell’ “atteggiamento” una persona può ottenere il massimo beneficio per il suo intelletto. Può in teoria, amministrare l’energia che provenire dalle varie emozioni, sia positive che negative. Può influenzare la propria salute fisica e il suo stesso sistema immunitario. Può andare avanti sperimentando una qualità di vita più alta, con dei di parametri che l’aiuteranno a superare qualsiasi avversità incontri lungo il suo cammino.

Conclusioni

Come Maestri di arti marziali, dobbiamo servire i nostri studenti e insegnare loro i metodi che possono usare per migliorare il loro potenziale intero. Non c’è nulla di mistico in questo processo. Per primo, dobbiamo imparare a usare e sviluppare questi elementi nella nostra stessa vita e poi fare del nostro meglio per esemplificarli ai nostri allievi. Dobbiamo seguire il proverbiale “praticare ciò che predichiamo”.

La vita è veramente una lotta, del nostro primo respiro quando nasciamo, al nostro ultimo quando moriamo. Nessuno può sottrarsi a questa realtà. Tuttavia, possiamo usare l’intelligenza che ci ha dato Iddio, ricercare la saggezza e di conseguenza tentare nel miglior modo possibile di migliorare la qualità della nostra esistenza e quella degli altri mentre siamo qui. Questa è la via del guerriero, la via di un Maestro di Arti Marziali.

“…. E QUESTO E’ IL MIO MODO DI VEDERE!” ©

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