Arti Marziali “Masters” – FATTI o FANTASIA? – Parte 6
Questa è la “Parte 6” e la sezione finale della serie di articoli titolati “Arti Marziali ‘Maestri’ – FATTO o FANTASIA?”. Spero vi sia servita da insegnamento e da stimolo. Vi prego di lasciare liberamente i vostri commenti e le vostre personali conclusioni sia alla fine di questo post o sulla pagina dei “Commenti”.
MAGGIORI CONSIDERAZIONI NELLA “VITA REALE”
Di seguito verranno considerate le differenze tra Maestri a “tempo pieno” e Maestri a “part time”. E’giusto riconoscere che ci sono altri fattori che possono pesare a favore della credibilità del “tempo parziale”. In particolare, un fattore pertinente e attenuante può ben essere il tipo di lavoro a tempo pieno che un Maestro fa in aggiunta al part-time dedicato all’attività didattica nelle Arti Marziali
Ci sono esempi di Maestri part time che hanno un occupazione che è integrata parallelamente con la loro attività nelle arti marziali. Parecchi casi in cui questo può fare la differenza, possono per esempio, includere una carriera a tempo pieno come Poliziotto o una come Militare.
Uno dei motivi per cui il lavoro di Poliziotto può contribuire a dare esperienza e conoscenza al Maestro di Arti Marziali è che questo tipo di lavoro ha la capacità unica di mettere il praticante a contatto con molte situazioni di vita reale, che sono meno comuni per un civile, e dove l’uso delle arti marziali diventa necessario se non addirittura critico. Realisticamente, non si deve ritenere in ogni caso, che un maestro di arti marziali con qualche esperienza di Poliziotto possa automaticamente sostituire questa con l’ insegnamento e l’effettiva esperienza amministrativa nelle arti marziali. Questo poi, dipende dalle specifiche responsabilità del Poliziotto, in che particolari azioni ha di fatto partecipato e in quale veste.
Ora invertiamo i ruoli e confrontiamo un artista marziale che ha lavorato come Poliziotto part-time o anche a tempo pieno per un breve periodo, in questo modo questa persona ha avuto la possibilità di crescere significativamente nella professione di Poliziotto, tuttavia, non possiamo equiparare uno che è stato Poliziotto part-time con uno che lo è stato a tempo pieno e ha vissuto tutte i vari livelli di supervisionamento, i ruoli di leadership, e varie circostanze di vita reale nella sua intera carriera. Di conseguenza, ci aspettiamo di dover fare la stessa cosa se i ruoli vengono invertiti. (Poliziotto a tempo pieno con AM a responsabilità e/o esperienza part-time).
Usando un praticante che ha esperienza come soldato part-time, si dovrebbe arrivare alle stessa conclusione. Tuttavia un soldato part-time potrebbe avere dal suo lavoro un prezioso arricchimento al metodo marziale e forse ”testare in battaglia” le sue capacità; la sua credibilità dipende più dal sul impiego reale ma non dovrebbe essere data per scontata. Inoltre, non si può equiparare una riserva a tempo parziale ad un soldato professionista a tempo pieno, tranne in determinate circostanze dove la riserva ha effettivamente vissuto a lungo l’azione reale sul campo di battaglia.
Quello che darebbe ancora più credibilità e valore, nel valutare queste attività, sarebbe se sia il Poliziotto, sia il militare di carriera avessero avuto ruoli di guida, come supervisori e/o ruoli amministrativi. Tali attività certamente, potrebbero offrire loro la possibilità di sviluppare esperienze amministrative e/o di leadership che sarebbero, per molti versi, parallele a quelle che un Maestro a tempo pieno di Arti Marziali dovrebbe fare per raggiungere i livelli più elevati di Cintura Nera.
Sono questi esempi perfetti o completamente equivalenti? Probabilmente no, tuttavia, possono, in parte, sostituire il tempo e le attività necessarie per uno maestro per avanzare ai livelli più alti di Cintura Nera. Inutile dire che sarebbe ancora più plausibile prendere un praticante per un periodo di tempo lungo in quanto ad anni di “calendario” per raggiungere lo stesso livello e mantenere credibilità.
Per favore siate consapevoli del fatto che ho usato questi esempi non come concreti e infallibili, ma come un modo per dare una più generale consapevolezza che in ogni disciplina la realizzazione e la credibilità del praticante deve essere misurata nella vita reale, relativamente all’attività professionale svolta. Mi auguro che le descrizioni elencate servano a dimostrare che ci sono alcune “eccezioni” per i criteri menzionati in precedenza, comunque, ogni “eccezione” deve essere pertinente alla situazione particolare e non semplicemente arbitraria.
Conclusioni
Per esaurire ulteriormente il tema, è anche importante prendere in considerazione ora le seguenti prospettive:
Primo, c’è un vecchio detto: “un pesciolino rosso può fingere di essere una balena quando si trova in una vaschetta per pesci, ma quando è nell’oceano, resta ancora solo un “pesciolino”. Il punto più significativo in questa discussione potrebbe essere che ogni avanzamento a un “grado” o status più alto dovrebbe essere dimostrato e misurabile con risultati di vita reale che sono pertinenti a ciò che il particolare status realmente rappresenta.
Inoltre, è anche importante vedere che la sostanza, in fondo, in ogni sistema di “classificazione”, è ottenuta definendo con precisione le relazioni e cioè: junior/senior, studente /insegnante, insegnante/Maestro, Maestro/GranMaestro, entusiasta/mentore.
In merito alla credibilità, a un qualsiasi grado di un sistema, il raggiungimento o la classificazione devono sussistere specificatamente, le interazioni nella vita reale devono essere definibili, misurabili, e possibilmente documentare e/o registrate storicamente. In caso contrario, esse sono nella migliore delle ipotesi inutili e senza senso e nella peggiore fraudolente e/o ingannevoli.
Al centro del sistema di classificazione delle arti marziali c’è il rapporto tra lo studente e il suo maestro. Questo è definito basandosi sul livello di grado raggiunto dallo studente assegnato personalmente da ogni maestro. Se l’insegnante ha integrità allora sarà un buon esempio per tutti i suoi studenti. Questo aiuta a precisare le relazioni tra gli studenti, la loro posizione il loro livello di capacità e di responsabilità. Se l’insegnante manca di integrità confonde ulteriormente e limita la legittima e costruttiva interazione fra quelli che lo seguono.
Pertanto, qualsiasi diploma o “cintura/fascia” raggiunte, indicano prima di tutto che lo studente è arrivato a un livello richiesto e approvato dal suo diretto maestro. Gradi, diplomi e/o cinture sono solo simboli di una realtà o simboli di una raggiungimento, non la vera realizzazione di sé stessi.
La posizione stessa dell’insegnante è definita e mantenuta dal raggiungimento del livello di maturazione e di responsabilità che egli ha all’interno dell’organizzazione o data dal suo stesso “Maestro Insegnante”. Tale norma parla della sua credibilità tra i suoi pari all’interno di un determinato gruppo e aiuta anche a definire il suo rapporto con essi.
Le altre relazioni dell’ insegnante Maestro sono in qualche modo definite e influenzate dalla sua storia all’interno della comunità di arti marziali. La sua credibilità fra i suoi pari, nell’ambito dell’organizzazione/sistema praticato e insegnato, stabilisce la legittimità delle sue conquiste e parla anche per la credibilità del suo futuro sviluppo personale.
Siate ulteriormente consapevoli del fatto che quando uno studente accetta un avanzamento, un diploma o un titolo da un qualsiasi “maestro” o organizzazione senza avere lavorato, senza pratica, e senza i risultati che legittimamente vengono richiesti, questo lo rende schiavo di fatto a quel” Maestro ” o “Organizzazione”. Questo dovrebbe essere evidente perché, in realtà, la credibilità di questo tipo di ipotetica “gradualità” non è basta dalla realizzazione vera e propria del destinatario, ma principalmente della firma (e) su quel “diploma” o sulla reputazione del suo Maestro piuttosto che alla propria.
Come risultato poi il ricevente, accettando, ha poca scelta se non proclamare le lodi e la legittimità di questa “autorità” emittente, in quanto la sua credibilità dipende ora dalla fonte di tale fasulla emissione. Quello che ne deriva non è una organizzazione credibile basata su rapporti giusti e ragionevoli. Diventa veramente più un “Società di reciproca Ammirazione ” che una credibile organizzazione di classificazione.
La realtà di fondo è che nelle arti marziali, come nella vita, non c’è niente che può sostituire il duro lavoro e la coerenza. Questo è dove la gomma incontra la strada. Ogni grado accettato o sostenuto senza sforzo o reale conoscenza e strumenti, toglie semplicemente credibilità non solo al così detto “Maestro “, ma anche a tutti gli associati sotto la sua leadership, oltre che a quelli “di sopra” che hanno gonfiato questi livelli.
Questo va al di là dello “stile”, aldilà del sistema, o della preferenza di una disciplina marziale, questo è il cuore della credibilità nei gradi, nella classificazione delle cinture è semplicemente il centro dell’integrità generale nelle arti marziali. Questa è la sostanza che sta tra il “FATTO o FANTASIA”.
Se avete letto fino a questo punto sarete giunti alla conclusione che la classificazione per un Artista Marziale è ovviamente uno processo complicato e relativamente imperfetto tanto che la maggior parte della gente non lo conosce nello specifico. Ed e’ per questo che è stato prontamente e regolarmente abusato. D’altra parte potrebbe anche essere uno strumento positivo e potente da usare onestamente, nelle mani del Maestro e/o dell’Organizzazione, avere chi possiede la conoscenza, la motivazione e l’integrita’ . Potete decidere da soli se tutto questo è importante per voi.
Ora siete informati. La conoscenza è potere. Siete stati consigliati e di conseguenza regolatevi da soli!
“…. E QUESTO E IL MIO MODO DI VEDERE!”®